Con la curiosità di un autista oramai rassegnato ad ogni tassa e restrizione, sono andato a leggermi questo benedetto codice della strada rinnovato.
Francamente posso riassumere il tutto nel dire che il 90% delle norme e delle modifiche inserite e’ di natura puramente vessatoria, soprattutto gli importi.
Facciamo qualche esempio fra i più eclatanti:
– Chiunque venga sorpreso alla guida con il cellulare in mano sarà soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro.
Oltre alla multa, è prevista anche la sospensione della patente di guida:
7 giorni di sospensione per chi ha almeno 10 punti sulla patente;
15 giorni di sospensione per chi ha meno di 10 punti sulla patente.
Inoltre vengono inserite anche sanzioni più pesanti per i recidivi, fino a 1.400 euro, la sospensione della patente può arrivare a 3 mesi e si applica la decurtazione da 8 a 10 punti.
– in caso di Superamento del limite di velocità da 10 a 40 km/h: la sanzione amministrativa pecuniaria passa da 173 a 694 euro. Se la violazione viene commessa in un centro abitato per almeno due volte nell’arco di un anno, la sanzione aumenta da 220 a 880 euro e si applica la sospensione della patente da 15 a 30 giorni.
Superamento del limite di velocità da 40 a 60 km/h: sanzione amministrativa pecuniaria da 543 a 2.170 euro e sospensione della patente da 1 a 3 mesi.
Superamento del limite di velocità di oltre 60 km/h: sanzione amministrativa pecuniaria da 845 a 3.382 euro e sospensione della patente da 6 a 12 mesi.
– in caso di divieto di sosta si arriva fino a 800 euro per gli autoveicoli e 98 euro per i motorini.
Partendo dal presupposto che, in alcuni casi, un automobile può diventare un’arma se non utilizzata col buon senso e che, quindi, le regole devono essere stringenti, si potrebbe anche cadere in un commento ovvio nel dire che è facile rispettare il Codice della Strada per chi si muove con l’autista personale, come coloro che lo hanno redatto, ma diventa impossibile per chi è costretto a viaggiare per lavoro.
Oggi qualsiasi automezzo in commercio, compresi i trattori agricoli, hanno una tale potenza nei motori che si raggiungono i 30 Km orari facilmente, senza neppure accorgercene, se non viaggiando con gli occhi sul tachimetro invece che sulla strada. È inoltre stupendo constatare che le forze di governo molto critiche rispetto alle restrizioni circolatorie di alcune città come Milano e Bologna, governate dalle forze di opposizione, applicano poi quelle stesse norme, con forse più vigore, a livello nazionale.
Analizzando più dettagliatamente il nuovo Codice della Strada, notiamo che, in questo caso, una famiglia del ceto medio rischia davvero di cadere nella fascia di povertà se dovesse anche solo compiere due o tre infrazioni in un anno. E se il sostentamento di questa famiglia fosse proprio un lavoro che si svolge prevalentemente su strada, le percentuali di possibilità che questo accada si alzano notevolmente.
Quasi ogni città ha delle zone dove il limite di velocità consentito è di 30 km orari.
Perlopiù sono zone centrali e storiche, e in alcune grandi città quelle zone sono delimitate da una ZTL il cui accesso è regolato da telecamere e permessi.
Fermo restando che è giusto punire severamente chi supera il limite di velocità di 40 o più Km orari nei centri abitati (il che vuol dire viaggiare a più di 100Km orari) perché è un comportamento da incoscienti e mette a rischio la vita propria e altrui, porre invece una sanzione di 800 euro per aver superato quel limite di soli 10km orari pare proprio una esagerazione.
E l’ulteriore inasprimento della pena con trenta giorni di sospensione della patente per chi commettesse tale infrazione per due volte in un anno, sembra frutto di una mente totalmente slegata dalla realtà che non prende proprio in considerazione l’attuale situazione economica del Paese e rischia di mettere in ginocchio intere famiglie.
Ci sono città, come la mia Torino, dove in alcune zone sembra già frustrante il limite di 50Km orari con tre corsie per senso di marcia a disposizione, e in aggiunta anche i controviali.
Come non potrebbe montare un sentimento di sempre maggior frustrazione nel cittadino per bene, vessato ulteriormente da tutti questi divieti e nuove sanzioni?
Lo stesso discorso vale per l’aumento spropositato delle sanzioni (fino a 800 euro) riguardanti il divieto di sosta: nelle nostre città, è sempre più impossibile trovare un parcheggio, anche a pagamento. I nostri centri storici sono quasi totalmente privi di garage e posti auto, e c’è anche l’impossibilità di crearne di nuovi.
Inoltre abbiamo zone blu (da oltre 2 euro ogni ora di parcheggio) intorno agli ospedali e parcheggi liberi per i supermercati e centri commerciali.
Quale miglior esempio di quest’ultimo per indicare che alle nostre istituzioni non importa tanto regolamentare il traffico e la sosta selvaggia quanto fare cassa?
Dette tali condizioni, il suddetto aumento sembra ingiustificato e fuori da ogni logica.
Vi è poi una curiosità sottolineata in una intervista data dal Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante: “Con l’ultimo Sì da parte del Senato alla riforma del Codice della strada, diventa legge anche la possibilità di introdurre la ZTL nelle aree Unesco al di fuori dei centri abitati: una misura che ho voluto personalmente promuovere per migliorare la qualità dell’offerta turistica, rendendo più fruibili e al contempo tutelando luoghi così importanti”.
Cosa vuol dire questo?
Vuol dire che laddove venisse introdotta questa ZTL anomala, vigerà il divieto di sorpasso. Praticamente potremo trovarci intere province (Tutta la Val d’Orcia, le Colline di Conegliano, le Langhe e il Monferrato, Le Dolomiti, il Parco del Cilento e altri 53 siti UNESCO italiani) in cui sarà vietato il sorpasso.
Di questa balzana misura sappiamo almeno chi dover ringraziare.
E per quanto riguarda la notizia positiva che si limiterà l’uso degli autovelox in città, soprattutto in zone dove è previsto il limite dei 30Km orari, vorrei sottolineare, invece, una notizia presa sottogamba dai più, e resa quasi invisibile dal mainstream.
Una notizia degna invece di preoccupazione da parte di ogni cittadino.
Il nuovo Codice della Strada 2023 prevede l’implementazione di un sistema di contestazione delle violazioni tramite accertamenti da remoto. Questo sistema include la possibilità di contestare le violazioni relative all’obbligo di dare precedenza nei passaggi pedonali e ciclabili.
Ciò significa che chiunque può essere multato per qualsiasi motivo attraverso l’uso della videosorveglianza.
Sarà possibile, ad esempio, monitorare che le auto in circolazione siano dell’anno di immatricolazione (02, 03, 04, ecc.) deciso di volta in volta dalle istituzioni stesse, e multare gli inadempienti.
Il numero incredibile di telecamere poste dai commercianti ad ogni angolo di strada, anche fuori dagli abitati, trasformerà di fatto l’Italia in una qualsiasi città comunista cinese.
Bisogna poi fare un discorso a parte in merito al test alcolemico: le forze dell’ordine non possono in alcun modo obbligare alcun conducente a sottoporsi a tale test in quanto non hanno nessuna autorizzazione essendo questo, a tutti gli effetti, un trattamento sanitario (come i tamponi di recente memoria). Possono emettere una sanzione per chi si rifiuta, che potrà essere contestata facilmente come “abuso di potere”. Quindi: perché proporla ugualmente? Sembra proprio che anche il Ministro Salvini stia seguendo alla lettera la famosa agenda 2030 del WEF (quella del “non possederai nulla e sarai felice”), e cioè abituare la gente a controlli biologici a tappeto anche senza motivazione, e disincentivare l’utilizzo di mezzi di spostamento privati Ormai c’hanno preso preso la mano…
Abbiamo, in definitiva, questa situazione: strade fatiscenti, con buche grandi e profonde come crateri, anche sui marciapiedi, pericolose per la circolazione di qualsiasi automezzo a qualsiasi velocità, alla quale non si pone rimedio causa, si dice, la mancanza di fondi. Allo stesso tempo si inaspriscono multe e sanzioni, si installano telecamere ovunque, e tutto questo, si dice, per la sicurezza del cittadino.
Se a questo aggiungiamo la situazione disastrosa in cui versa il servizio di trasporto pubblico di ogni città, e che limita di molto le possibilità di scelta sulla mobilità di tutti i cittadini, abbiamo un quadro delle cose piuttosto chiaro.
A mio parere personale, è tutto mirato ad ottenere un controllo maggiore dei cittadini attraverso la paura. Com’è successo con il Covid.
Infatti, che differenza c’è tra la strategia “zero covid” e quella “zero morti sulla strada”?
Nessuna.
Immaginate il terrore che possa provare un cittadino qualunque, che magari arranca con un contratto part time o CoCoCo (da 4 o 500 euro mensili) nel rischiare, per una semplice distrazione, di perdere uno o più mesi di stipendio.
È un modo per far sentire sempre il fiato sul collo alla gente. Esattamente come in Cina.
E coloro che si dicono contenti e sicuri di tutto ciò, dimostrano ancora una volta di non aver capito nulla, oggi come allora.
“Basta non superare i limiti di velocità” è il nuovo “basta vaccinarsi”.