Hanno cercato di uccidere il vostro complottista
Hanno cercato di uccidere il vostro complottista

Hanno cercato di uccidere il vostro complottista

Questo che state per leggere, come avrete capito dal titolo, non sarà un articolo dei tanti che ho scritto e che scriverò.
Questa non sarà una delle tante denunce del complottista.
Questo sarà un vero e proprio atto d’accusa verso tutti voi, inermi e silenti complici.
Perché quello che è successo a me, può succedere ogni giorno a chiunque di voi, e, se continuerete a tacere la verità, se non sarete pronti a reagire, quello che potrebbe capitarvi sarà di morire.
Espongo quindi i fatti che mi sono accaduti, con l’epilogo proprio in queste prime settimane del 2025.


Qualche mese fa ho dovuto subire un piccolo intervento chirurgico in day hospital per rimuovere un fastidio che mi portavo avanti dal 2019 e che il periodo pandemico mi aveva impedito di risolvere prima.
Prima dell’intervento ho dovuto effettuare degli esami come da solita routine. Erano, in pratica, solo degli aggiornamenti in quanto io, in tutti questi anni e nonostante la pandeminkia, li avevo continuati a fare per tenere comunque tutto sotto controllo.
Il piccolo intervento si è risolto in maniera positiva, mentre gli ultimi esami hanno riscontrato un livello un pò elevato della mia glicemia, per cui sono stato dichiarato “malato diabetico” con tutte le problematiche che ne conseguono.
Per me è stato come un fulmine a ciel sereno in quanto, nonostante che in famiglia ci siano stati alcuni casi di diabete, anche gravi, tra cui un decesso, in nessuno degli esami che io ho fatto, non solo in questi ultimi anni ma in tutta la mia vita, non era mai stato riscontrato un problema di glicemia.
Comunque, vista l’età e conoscendo i precedenti, mi sono messo l’anima in pace e mi sono rimesso al volere dei medici: dieta, controlli frequenti e, soprattutto, una pastiglia da prendere ogni sera prima di andare a dormire.
Da allora mi pungo il dito per tre volte tutte le domeniche e segno i risultati su un foglio da presentare al diabetologo, insieme agli esami del sangue che faccio ogni mese. In questi mesi di visite frequenti ho incontrato tre dottori, tutti diversi.
Tutti soddisfatti dei risultati che, dicono, sono rientrati nella norma.
Io ho ripetuto loro, ogni volta, la stessa storia e cioè che in vita mia non ho mai avuto problemi di glicemia, e di controlli in tal senso ne ho fatti parecchi. Inoltre ho mia mamma che ha 90 anni che, sebbene non abbia mai sofferto di diabete, ne è ossessionata a tal punto, per via dei casi familiari, che si è acquistata per proprio conto tutta l’attrezzatura per fare i controlli domiciliari, e ogni volta che ne ha avuto l’occasione chiedeva anche a me di farli, e anche in quelle occasioni sono risultato sempre negativo.
Una sola virgola fuori posti mi avrebbe condannato ai controlli e ai richiami oppressivi di mia madre.
Il mio dubbio che quell’unico esame risultato positivo sia stato in qualche modo fallato, non ha mai avuto risposta.
Tutto è comunque proseguito senza problemi fino al 31 Dicembre, data in cui avevo prenotata l’ultima visita dell’anno con l’ennesimo diabetologo, in questo caso una dottoressa.


Non dirò chi e neppure dove, posso dire soltanto che si è dimostrata da subito molto scontrosa e molto antipatica. Tra me e me ho pensato che non era facile digerire il fatto di essere di turno l’ultimo giorno dell’anno, però non era colpa mia se qualcuno mi aveva fatto tale prenotazione.
La signora, nonostante avesse anche lei sottolineato i progressi dei miei esami clinici, mi ha modificato la terapia aggiungendo una ulteriore pastiglia da prendere nel pomeriggio tra i due pasti.
“Si tratta di un medicinale in progressione, mi disse, e cioè il primo mese dovrà prendere quella da 3 mg, il secondo mese quella da 7 mg e dal terzo mese in poi quella da 14 mg”.
Poi proseguì: “Queste compresse forse le daranno dei fastidi come diarrea, nausea e vomito, perché sono un pò più forti nel principio attivo, però le risolveranno definitamente il problema”.
Alche’ quello antipatico e scontroso sono diventato io, anche perché la mia esperienza e le mie conoscenze mi portavano a sapere che dal diabete non si può guarire, quindi ciò che mi aveva appena detto risultava falso. 
“Sinceramente, dottoressa, a me questo nuovo piano terapeutico non piace per nulla. Mi ha appena detto che la dieta e la terapia hanno funzionato facendo rientrare la glicemia nei parametri, non vedo proprio il motivo di dover assume un farmaco in più. Inoltre io non ho altri problemi di salute, quindi non ho nessuna intenzione di rischiare diarrea, nausea e vomito. Non credo che seguirò tali indicazioni. Mi spiace”.
“Tra noi due la dottoressa sono io. Io so cosa sia giusto fare. Porti questo nuovo piano terapeutico al suo medico curante. Buon giorno e buon anno…. e ci vediamo a Settembre”
Sono uscito da quello studio con più domande di quante ne avevo quando vi ero entrato, e mi augurai di non rivederla mai più, altroché buon anno. 
Qualche giorno dopo, ho portato il referto e la terapia alla mia dottoressa, alla quale ho fatto le stesse domande. Come risposta mi disse che tali farmaci erano nuovi e che “in questo momento li stanno spingendo molto” per cui, lei doveva comunque prescrivermeli, in quanto la terapia era di sua responsabilità, ma la decisione di prenderli o meno spettava a me, tenendo conto che dal diabete non si guarisce mai definitivamente, cosa che già sapevo, e che gli esami positivi avrebbero potuto comunque rivelarsi negativi in un futuro. 
Ho riscontrato però un po’ di perplessità anche nella risposta datami dalla mia dottoressa, soprattutto per il fatto che il prossimo esame era stato fissato per il mese di settembre del nuovo anno. Il dubbio stava nel fatto che, con gli esami che progredivano positivamente avevo fatto una visita quasi ogni mese, mentre, col cambio di terapia, la visita di controllo era stata fissata a più di 6 mesi di distanza.
Mah!


Il giorno dopo in farmacia vado a prendere i nuovi farmaci che mi erano stati prescritti.
Il farmacista mi dice che questi farmaci non sono subito disponibili ma devono essere prenotati. 
Li prenoto e passo per il ritiro il giorno dopo.
Al momento del ritiro il farmacista mi dice che c’è qualche problema: quella da 14 mg era arrivata, quella da 7 mg non era più disponibile neppure all’ASL, mentre di quella da 3mg mancava la ricetta in quanto la dottoressa aveva fatto due ricette per quella da 7, che era irreperibile, e si era dimentica quella da 3. Quindi mi suggeriva di tornare dal mio medico curante per farmi fare la ricetta per quella da 3 mg e magari farmene fare una nuova per quella da 14 che, spezzandola in due, avrebbe sostituito quella di 7 che non si trovava più.
In un colpo solo mi erano saliti, e di molti punti, gli indici riguardanti il mio sistema nervoso, i miei dubbi mai sopiti e credo anche quelli della glicemia e pure del colesterolo.
Inoltre, la dottoressa è da me raggiungibile in studio solo il lunedì mattino, quindi avrei dovuto aspettare una settimana per avere quei farmaci di cui non sentivo il bisogno.
La mia intenzione restava comunque quella di reperire i nuovi farmaci, ma pensarci bene prima di utilizzarli. E ai primi disturbi, gettarli nel water.
Ero nervoso ma al tempo stesso sereno, perché non avevo ancora deciso se avrei preso quei farmaci oppure no. Inoltre questo intoppo mi è sembrato da subito una di quelle Dio-incidenze che, oltre a fornirti il tempo di pensare, potrebbero dimostrarsi salvifiche.
Infatti capita che io sia un complottista, molto curioso, e questa caratteristica mi porta a informarmi su tutto e a leggere di tutto.
Da tempo seguo un tizio che scrive dall’Australia, raccontadone usi, costumi e bellezze paesaggistiche mozzafiato.
Fin da bambino ho avuto una passione per quel continente, e nelle mie fantasie di ragazzo, ho sempre sognato di visitarlo. 


Proprio in questi giorni raccontava che gli australiani si erano “americanizzati”, nel senso che sono diventati flosci e flaccidi, ma soprattutto obesi, a causa dell’alimentazione che sono costretti a subire. Una volta le ampie distese australiane erano disseminate di enormi fattorie, dove i cittadini erano soliti andare a fare provvista di cibi sani e genuini. Poi anche lì sono arrivati i globalisti che hanno iniziato a tassare i contadini, a effettuare pressioni e controlli, riducendo il loro numero di oltre la metà. Cosicché i cittadini australiani hanno dovuto ripiegare sul cibo spazzatura.
Da più di un anno, però, venivano bombardati da pubblicità televisive di un nuovo farmaco contro l’obesità che “dicono curi di tutto: dal diabete alla forfora passando per l’infarto”.
La casa produttrice avvisava a chiare lettere sul bugiardino di effetti avversi meno gravi quali nausea, vomito e diarrea, ma anche di più gravi, che loro indicavano come rari, e che invece non si sono dimostrati come tali, tanto che ci sono denunce e proteste vibranti in alcune città ma anche discussioni interminabili in televisione, paragonando quel nuovo farmaco veniva sempre più spesso paragonato ai vaccini covid per via dei decessi improvvisi tra i suoi consumatori. 
Ho immediatamente drizzato le antenne in quanto ho subito fatto il collegamento tra gli effetti indesiderati “leggeri” del nuovo farmaco australiano, con quelli del “nuovo farmaco che vogliono spingere”, come mi aveva detto la mia dottoressa, e che mi era stato prescritto dalla str…, ehm, diabetologa.
Il nome del farmaco australiano era decisamente diverso, quindi una prima cosa potevo escluderla.
Ma il principio attivo?
Vado ad approfondire: si chiama semaglutide, ed effettivamente, dalla descrizione, sembra che venga utilizzato per curare un pò tutto, come aveva scritto ironicamente l’amico australiano.
Gli effetti avversi gravi, che l’industria farmaceutica segnava come rari ma che rari non dovevano essere viste le proteste australiane, sono: rischio di retinopatia diabetica, la pancreatite acuta e il carcinoma midollare della tiroide!!
Resto allibito.
Quindi faccio una ricerca ulteriore per capire in quali farmaci sia presente.
Ne trovo tre: quello australiano, uno americano e il terzo distribuito per l’Europa, e, guarda caso, è proprio quello che mi è stato prescritto .
Il mio complottismo, la mia curiosità, non dico mi abbiano salvato la vita, ma sicuramente mi hanno evitato parecchi fastidi futuri.
Ora, quello che devo fare da qui a settembre, quando ci sarà la visita prenotata, ce l’ho ben chiaro.
Ma mi preoccupo di chi continua a mentire, anche a se stesso. 
Mi preoccupa di chi non si rende conto, o forse non vuole rendersi conto, di ciò che ci sta succedendo, di quello che sta succedendo a tutti noi, alla nostra società. 


Perché vi ho raccontato tutto questo?
Perché voglio dirvi che bisogna restare vigili, perché il nemico è subdolo.
Ma bisogna fare di più, come iniziare a parlare e a dire la verità.
Perché se siamo ridotti a questo punto, a una società sull’orlo di una catastrofe, lo dobbiamo anche a chi, tra noi, non ha detto la verità o ha taciuto. Per timore di perdere il lavoro, la propria posizione o altro, oltre a mettere in pericolo la propria vita e quella dei suoi cari, mentendo e tacendo si è reso complice di un meccanismo perverso che ha fatto di loro dei criminali e, allo stesso tempo, delle vittime di quegli stessi ingranaggi da cui hanno cercato di sfuggire sottomettendosi.
Volete degli esempi?
L’80% del personale sanitario di prima linea ha rifiutato il richiamo del cosiddetto vaccino anti covid19.
Perché? Sono tutti diventati no-vax o c’é dell’altro?
Cosa sanno, cosa hanno visto e perché tacciono?
Coloro che hanno subito ceduto al ricatto, coloro che schernivano e maledicevano chi non aveva chinato il capo, quanti compagni hanno visto cadere? Credono davvero che la storia sia finita? Se non parlano, continuando a coprire lo scempio che è stato fatto, tante altre volte dovranno chinare il capo, magari, questa volta mettendosi pure in ginocchio, e tanti altri amici e parenti saranno costretti a veder cadere.
Guardate cosa è accaduto alle forze dell’ordine. Io vengo da una famiglia che ha convissuto per decenni con i Carabinieri. Ho imparato da mio zio cosa voleva dire l’onore e dare la vita per gli altri, sentendo raccontare più e più volte, da bambino, la storia di Salvo D’Acquisto. Cosa sono diventati oggi?
Dei servi che hanno obbedito ad ordini che erano contro le libertà naturali che avrebbero dovuto difendere.
Per troppo tempo hanno svolto il loro servizio a favore di un non precisato potere sovranazionale che nulla aveva a che fare con la costituzione scritta col sangue dai loro padri e su cui hanno prestato giuramento.
E oggi si trovano a combattere, disarmati, contro chi li sbeffeggia, li insulta e li aggredisce. Screditati e additati come assassini da quelli stessi che, per gli stessi ordini presi, li inneggiavano allora mentre ammanettavano per una mascherina non indossata, mentre violavano le abitazioni private, senza alcun mandato, a causa una festa di compleanno troppo rumorosa, o manganellavano, al riparo di idranti sparati su lavoratori che pacificamente manifestavano il loro dissenso pregando, seduti e inginocchiati, al porto di Trieste.
Perché non tornano a fianco del popolo? Perché è dal popolo che provengono ed è il popolo che oggi ha maggiore bisogno di loro.
Se non riusciremo a rimettere ordine nelle nostre vite e nelle nostre coscienze, resteremo per sempre prigionieri di questo insano sistema e finiremo con l’esserne schiacciati.


La realtà è ciò che decidiamo noi. 
Non seguite le narrazioni, ma date un significato ai fatti.
E i singoli significati, collegandosi tra loro, costruiranno una nuova narrazione, reale, dentro cui noi tutti possiamo svolgere un ruolo.
Quindi, cercate la consapevolezza, la realtà dei fatti, e che ognuno, poi si assumi la propria responsabilità: avremo creato, in questo modo, la nostra realtà, il nostro nuovo mondo.
Lì sta tutto il nostro potere.



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