Siamo i nemici. E diciamolo una buona volta, senza remore: noi siamo i nemici. Siamo quelli che non si rispecchiano in questa società, che non trovano un posto congeniale, che non riescono a inserirsi nei compartimenti stagni prefigurati alla massa. Siamo i cattivi, i razzisti, i fascisti, siamo il male da punire e da condannare da appendere a Piazzale Loreto e da esorcizzare, siamo il babau sotto al letto e il vizio insinuato al progresso. A che serve scrollarsi di dosso queste etichette? Siamo merce fallata, soggetti inquinati e inquinanti che vanno smaltiti per un futuro eco-sostenibile.
Non ve lo diranno mai apertamente, lo suggeriranno a spron battuto e lo ripeteranno laddove solo conta ormai avere un’opinione, cercheranno di dipingere una comunità ad un passo dal Nirvana ma costretta a tollerare il male che tenta di impedirne l’evoluzione. Non lo diranno mai apertamente ma toglieranno il diritto di sostentarsi, la proprietà del sangue e del focolare, la dignità e la famiglia, fino a farci restare soli e abbandonati a morire pian piano di inedia. Perché loro non hanno il coraggio di guardare negli occhi il nemico e prendersi la sua vita, preferiscono sia quest’ultimo a concedergliela.
Siamo i loro nemici, ma di chi esattamente?
Dei progressisti liberali che hanno delimitato il pensiero umano all’interno di un unico sistema giudicato equo, democratico ed inclusivo che persegue l’azzeramento qualitativo, l’appiattimento culturale, l’indifferenziazione e la fine dell’essere umano in quanto soggetto a sé unico e molteplice, un sistema corruttivo che inaridisce la spiritualità e congegna una morale manichea che prefigura l’ibridazione transumana e la fluidità dei generi fino a negare la realtà che ci circonda elevando la res cogita ad unico mezzo per conciliarsi ad essa.
Possiamo ritenerci ciò che vogliamo meno che liberi, possiamo essere ciò che vogliamo a patto di mantenerci consumatori.
Siamo gli avversari del loro sistema finanziario che come un bubbone prorompe e si alimenta con le luci al led della civiltà tecnologica, mentre schiavizza interi popoli estromettendoli dal controllo di una moneta libera dall’usura. Noi che rifiutiamo tutto questo e combattiamo per costruire una società diversa da quella sorta vincitrice dalla distruzione dell’Europa, che riconosciamo l’Europa come centro di una civiltà da preservare e attualizzare e non come mero moloch ordoliberista, che vorremmo popoli liberi di autodeterminarsi e conciliarsi con la Tradizione, ebbene noi siamo i nemici da combattere, da annientare, da sbeffeggiare in attesa dell’avvento della società promossa dai progressisti.
Questi ultimi affilano i coltelli e scatenano i cani da guardia mass-mediatici per contrastare il sorgere di forme di resistenza che prospettano un mondo diverso dal loro, non ritengono ammissibile un sistema diverso dal “migliore dei sistemi possibile”, il loro. Sfruttano un governo liberal-conservatore per inventarsi una deriva autoritaria che giustificherà una repressione futura, mentre dichiarano senza vergogna alcuna di come una certa ideologia destrorsa stia dilagando inglobando a sé interi pezzi di Stato, quando da oltre sessant’anni questo paese è culturalmente eterodiretto da una sovrastruttura ideologica che ha permesso, e concesso, un livello di imbarbarimento e sudditanza mai raggiunto prima d’oggi; cianciano di ritorno al Medioevo ebbene se così fosse non ci troveremmo così malridotti da non riconoscere le differenze biologiche tra uomo e donna.
Parlano di svolta autoritaria ma non ricordano i tre anni appena trascorsi sotto il governo di personaggi calati dall’alto intenti a comandare con decreti di emergenza, spartiti tramite una piattaforma privata capace di silenziare il presidente del più grande stato del mondo mentre ci obbligavano a scegliere tra sperimentare farmaci oppure andare a lavorare, tutto questo dopo aver legittimato la richiesta di archiviazione di una procura su alcuni dei personaggi di cui sopra per non essere stati decisi e maggiormente severi con misure di prevenzione cautelare che hanno affossato intere economie.
E’ un onore che questo regime ci consideri Nemici. Che ci vedano come barbari da rieducare o sterilizzare, persone orribili che deturpano la loro idea di mondo e sporcano l’immagine di questa società dell’apparire, falsa e di plastica ma noi preferiamo la sporcizia alla loro cosmetica igiene, ci ammantiamo del sangue del fango e della merda delle trincee che i reduci si portarono dietro per ricordarsi a qual prezzo si mantiene la vita mentre scacciavano quelli che in panciolle sognavano il progresso con la finanziaria d’ordinanza.
Si stupiscano lorsignori che esiste una cultura diversa dalla loro, profonda, viscerale, che preserva la tradizione come slancio metafisico e gode di virtù e valori desueti ma patrimonio dell’Uomo differenziato, che cura uno spirito Aristocratico in mezzo al loro sterco materialista che tutto svalorizza e tutto prezza. Ma qual’è la loro cultura? Cosa difendono? La cultura della morte, dell’eutanasia per i barboni in Canada, dell’aborto fino al settimo mese, dell’anziano da abbandonare perché un costo per la società, chi fra loro potrà mai donare una vita per la giusta causa quando l’unico interesse che li smuove è la pecunia e il momentaneo soddisfacimento di desideri indotti?
Come potranno Loro vincere contro di Noi? La paura che soffrono vogliono utilizzarla per schiacciare ogni forma di dissenso, perché sanno che il loro mondo poggia su instabili fondamenta che scricchiolano sempre più sotto la cosmesi che applicano per nasconderci una disfatta che sarà inevitabile. Siate fieri di rappresentare il rifiuto fatto a persona di un mondo che troppo spavaldamente tentano di imporci. Siate orgogliosi di essere i cattivi di questa storia. Gioite perché siamo i NEMICI.
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