Ormai finiti i tempi in cui il genere horror metteva in scena spettacoli raccapriccianti attraverso una sagace critica sociale, intorno alla metà dei 2000 si reinventa sotto forma di nostalgismo caricaturale, sfruttando la narrativa del remake, vero e proprio genere meta-cinematografico a sé. Il remake è l’atto di rifare un opera già esistente, quindi viene difficile considerarlo un semplice espediente narrativo per rivitalizzare e attualizzare tematiche sviscerate (è il caso di dirlo) in passato, in quanto ne re-inventa i canoni; da questo punto di vista è più vicino ad una lettura antologica, permangono nomi, ambientazioni, ma il resto viene stravolto.
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