Cos’é successo a Zuckerberg?
Cos’é successo a Zuckerberg?

Cos’é successo a Zuckerberg?

Il padrone di Meta, Zuckerberg, è saltato sul carro dei vincitori.
Senz’altro.


Non solo ha “spifferato”, in una lunga intervista a Joe Rogan, che Meta è stata costretta dall’amministrazione Biden, attraverso l’FBI, a censurare tutto quello che non faceva comodo alla loro narrazione e al pensiero unico (ideologia woke in primis, ma anche le notizie vere riguardo gli effetti avversi dei vaccini), ma ha anche definito il mainstream “legacy media”, che in Usa è considerato di estrema destra.
Un qualcosa di impensabile solo poche settimane fa.
Inoltre ha dato per intendere che, in tema ti libertà di parola, vuole percorrere le stesse orme di Musk, incluso il trasferimento in Texas delle sue attività.
Se uno fosse complottista (🤣) ci vedrebbe un accordo tra Big Tech per liberarsi, in una volta sola, di woke e UE.

Tutto questo comporterà la pubblicazione sui social di Meta (su X e su Telegram non sono mai stati nascosti o censurati) dei numerosi studi fatti in tutto il mondo riguardo il contenuto dei vaccini, ancora coperti dal segreto militare, e sugli effetti avversi che stanno decimando, con decessi improvvisi, coloro che si sono punturati.
Inoltre, forse, qualcuno sui social scoprirà che gli uomini non possono partorire, che non hanno le mestruazioni e che se sei etero non vali di meno rispetto a chi ha gusti sessuali diversi e probabilmente il fatto di essere omosessuale o fluido, come lo chiamano loro, non ti fa cantare o recitare meglio rispetto agli etero.


Anche stavolta, bisogna sottolinearlo, noi “complottisti” avevamo ragione.
Perché noi complottisti non ci fermiamo alla prima narrazione letta sui social o sui media mainstream (a proposito, pare che X e Telegram abbiano soppiantato, in quanto a numero e veridicità delle notizie, i TG nazionali), ma, seguendo ragionamenti logici, come ho descritto nel mio libro, andiamo a verificare il tutto alla fonte, e a volte, come in questo caso, non ci basta neppure.
Ad esempio: quanti di voi si sono chiesti perché il buon Zuckerberg ha rivelato tutto questo proprio adesso?
Sarà per la strizza procurata dal prossimo ritorno sul trono di Trump?
Sarà perché, a causa di tali censure, i suoi social hanno perso competitività rispetto agli altri, soprattutto rispetto a X di Elon Musk che, da quando è stato acquistato dal miliardario americano è diventato il primo social al mondo per numero di iscritti?
Si, è vero, può essere per tutti questi motivi.
Però…


Zuckerberg è un imprenditore giovane, meritevole, accorto e lungimirante.
Detto questo, però, si è dimostrato un mollusco, senza spina dorsale rispetto a Musk, ad esempio, nel lasciarsi plagiare a lungo dal deep-state del regime violento e ottuso del trio DEM Biden/Obama/Harris
E questo rimarrà una macchia indelebile sulla sua figura di imprenditore.
Quindi, ora, sta cercando di riposizionare strategicamente Meta con una serie di cambiamenti che riflettono un adattamento al nuovo contesto politico e giuridico negli Stati Uniti, in vista del ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Anche la donazione di un milione di dollari alla cerimonia di insediamento di Trump da parte di Meta è un altro segnale forte di riallineamento politico.
Inoltre, ha interrotto vari programmi legati a Diversità, Equità e Inclusione (DEI) nelle assunzioni, formazione dei dipendenti e scelta dei fornitori, citando proprio il cambiamento nel contesto legale e politico degli USA.
Con queste azioni vuole mitigare i rischi, politici e legali, allinearsi al nuovo contesto USA e rivedere le sue priorità strategiche, segnando la strada anche per altri giganti tecnologici dell’era Trump.
Inoltre spera di non ripetere l’esperienza del 2018, quando fu costretto a scusarsi pubblicamente perché, allora, fu accusato di aver favorito proprio la vittoria di Trump. Ma all’epoca la “balance of power” non pendeva dal lato Trump.
Fu in quel periodo che Elon Musk acquistò Twitter, rimosso la censura e s’è schierato per la libertà di parola contro tutti i media.
Oggi, invece, Zuckerberg sembra rispondere a chi ha potere a livello profondo, non a chi sembra averlo solo di facciata.
Quindi, deve essere cambiato davvero qualcosa a livello dello stato profondo made in USA.
O almeno così lo pensa Zuckerberg.
Se Mark avesse ragione, a tale Deep State resterebbe il controllo della sola UE.
A riprova di ciò, vi sarebbero le parole dell’ex commissario europeo Thierry Breton che ha recentemente affermato che l’UE dispone di meccanismi per annullare un’eventuale vittoria elettorale dell’AfD tedesco:
“Lo abbiamo fatto in Romania e ovviamente lo faremo anche in Germania se necessario”, smascherando le politiche per nulla democratiche dell’Unione Europea.


Il vero motivo dell’inversione ad U di Zuckerberg, però, potrebbe essere molto più terra terra
Con Meta, Zuckerberg ha accumulato un patrimonio di circa 200 miliardi di dollari.
Nell’amministrazione Biden, stranamente, c’era a capo dell’Antitrust Lina Khan, una che aveva fatto causa a Zuckerberg e gli voleva togliere YouTube. E quindi il povero Mark rischia che l’antitrust gli scorpori l’azienda il prossimo Aprile. Oggi, tutti i miliardari americani stanno spingendo Trump a licenziare Lina Khan, che vuole spaccare i monopoli come Microsoft, Google e Meta.
Vedremo cosa deciderà il nuovo imperatore.

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