Fantasy?
Fantasy?

Fantasy?



Nel mio precedente articolo sul gioco di ruolo D&D, ho più volte fatto riferimento al romanzo “fantasy” come ispiratore dei suoi creatori.
Ma che cos’è il “romanzo fantasy”?
Anche se è praticamente impossibile riassumere un genere letterario, qualunque genere letterario, in poche righe, proviamo a inquadrare l’argomento in modo che anche un osservatore esterno, cioè che non ha mail letto e non conosce il genere, possa invece interessarsene.
Stando alla definizione classica, da dizionario, per dire, il Fantasy è:
“…un particolare tipo di racconto fantastico con temi e situazioni comuni alle antiche leggende medievali, alle fiabe e ai miti popolari. Il termine inglese fantasy significa «fantasia, immaginazione» e si riferisce alle storie ambientate in un Medioevo immaginario popolato da umani e da altre creature come elfi, nani, troll e giganti, le cui vicende si sviluppano intorno alla lotta tra il Bene e il Male.


Il protagonista e gli altri personaggi sono coinvolti in un vortice di avventure, in cui avvengono prodigi e incantesimi. Dal punto di vista letterario può essere considerato un sottogenere del romanzo e racconto fantastico, in quanto anch’esso è caratterizzato dalla presenza di elementi di fantasia vissuti come se fossero reali.
Nell’ambito dell’eterna lotta tra il Bene e il Male, tema centrale del fantasy è il viaggio dell’eroe per riconquistare la propria identità o il proprio potere perduto, oppure ritrovare un oggetto prezioso da cui dipende la salvezza di un personaggio o di un’intera collettività: le avventure divengono avvincenti per le difficoltà da superare, i pericoli da sventare, le sofferenze da sopportare. Di solito, però, il lieto fine corona gli sforzi e il Male viene sconfitto.”.
Senza nulla togliere a tale descrizione, bisogna specificare che il Fantasy è molto di più di quel genere letterario descritto asetticamente in qualche dizionario cartaceo e on-line. E’ vero: magia, esseri soprannaturali, mondi immaginari, la fanno da padrone, ma restringere la sua espressione a questi minimi contesti fiabeschi, non farebbe onore ai grandi autori che si sono cimentati in questo genere narrativo amplissimo e affascinante.
Difficile è pure datare la sua origine temporale, anche perché potremmo benissimo farla risalire fin alla notte dei tempi.
Da sempre l’uomo ha usato la sua fervida immaginazione per infarcire i suoi racconti di elementi fantastici.
Prendiamo ad esempio l’Odissea di Omero, dove le divinità greche partecipano attivamente, come fossero personaggi veri, a tutte le vicende dell’opera. E non mancano elementi spiccatamente fantasy come le pozioni della maga Circe
Se invece cerchiamo draghi, orchi e giganti, dobbiamo risalire ai primi poemi inglesi dell’ottavo secolo.
Anche in Shakespeare troviamo folletti e uomini con la testa d’asino, incantesimi e pozioni magiche, degne dei più classici racconti fantasy.
Come possiamo, allora, ben definire un racconto “un’opera Fantasy”?
Una esemplare definizione potrebbe essere: “Quando gli elementi fantasiosi sono consistenti e fanno parte integrante della trama e ne influenzano lo sviluppo”.
Ci manca adesso un ultimo tassello per inquadrare il genere nel suo insieme.
Il termine Fantasy, viene dall’inglese, e tradotto vuol significare “Fantasioso”. Ma gli inglesi usano anche un altro termine per indicare un romanzo di fantasia, e cioè “Romance”, che significa appunto “romanzo di avventure immaginarie”.
Quindi perché “Fantasy”? Cosa lo distingue dal “Romance”?


Ebbene, neppure J.R.R. Tolkien, forse il maggior autore in questo genere letterario, ci viene incontro per aiutarci a comprenderne la differenza. Egli spesso descrive le sue opere come delle Fiabe. Capite bene che con il termine “Fiaba”, intendiamo altra cosa rispetto a quello che noi pensiamo quando parliamo di Fantasy.
Possiamo ben definire il termine “Fantasy” specificando che, rispetto al “Romance”, non è una semplice narrazione per pura evasione. Il genere “Fantasy” si distingue proprio perché, attraverso il racconto, si vogliono sottolineare l’importanza di valori e virtù quali: l’onestà, la lealtà, la giustizia e l’eterna lotta per il bene, solo per dirne alcuni.
Troviamo infatti, tra gli scaffali delle librerie, numerosi titoli di autori che, nel loro volere cimentarsi in questa narrativa, si limitano ad applicare una formula (vedasi definizione classica da dizionario), credendo di aver compiuto l’opera.
Non basta inserire in un racconto talismani, elfi e nani per far si che questo si trasformi in un “Fantasy”; questo ha bisogno di ben altro.
Tornando a Tolkien e al suo romanzo “Il Signore degli Anelli”, possiamo vedere come, tra i millemila personaggi che lo animano, forse il più importante è proprio l’Anello con il suo Signore, Sauron, un essere malvagio che ha perso la possibilità di assumere una forma umana ed è ridotto ad un occhio malefico. Sono importanti i personaggi, tutti, ma non come la lotta che questi intraprendono contro i due.
Una caratteristica ben poco evidente nei racconti Fantasy, e anche nel Signore degli Anelli, romanzo principe del genere, è che, di solito, emergono molto poco le storie personali dei singoli personaggi principali. Non c’è una analisi psicologica approfondita su nessuno di essi. Questo non vuol dire che i personaggi non abbiano un loro carattere o una loro realtà ben delineata. Semplicemente che non sono questi aspetti a fare progredire il racconto. E questo è anche, sicuramente, il motivo per cui le storie d’amore non sono in primo piano nella narrativa fantasy. Ci sono, ma non costituiscono il fulcro del racconto.
Quindi, per concludere, posiamo dire che non esiste una definizione che possa comprendere tutte le sfumature e sfaccettature del Fantasy, Sapendo questo si può spiegarne qualche elemento e a invitare alla lettura qualche scettico. È un inizio, sperando di formare nuovi lettori desiderosi di partire alla scoperta di un territorio vasto quanto l’immaginazione umana.



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