Il Mondo Plaude un Papa inerte
Il Mondo Plaude un Papa inerte

Il Mondo Plaude un Papa inerte

Viviamo un’epoca turbolenta a causa di continui stravolgimenti sociali, politici ed economici.
Guerre ed emergenze si alternano, in questi ultimi tempi, come in un orologio a pendolo in un moto che sembra terribilmente perpetuo.
Purtroppo, però, tutti questi eventi negativi sembrano aver travolto anche la “Barca di Pietro”, quotidianamente al centro di critiche e denunce, in perenne equilibrio sulla lama del rasoio di uno scisma che, agli occhi dei più, sembra oramai inevitabile.
Una divisione interna alla chiesa che va sempre più evidenziandosi tra cattolici tradizionalisti e modernisti proprio a partire dall’elezione di Papa (?) Francesco (13 marzo 2013), a seguito delle “dimissioni” di Benedetto XVI (28 febbraio del 2013)



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Non che nei decenni precedenti non ci fossero state frizioni, anzi.
Ma negli ultimi anni va sempre più allargandosi la fronda dei contestatori alle parole e agli atteggiamenti di Bergoglio.
E dire che lo stesso Joseph Ratzinger avvertiva i fedeli che l’Occidente si trovava ad affrontare una nuova era oscura derivante dai laboratori scientifici, dai media menzogneri, dalla corruzione della democrazia e dall’influenza delle Nazioni Unite e di altri organismi simili.
Colui che oggi è a tutti gli effetti il suo “successore”, dopo nove anni di convivenza forzata all’interno delle mura vaticane, sembra invece a suo agio tra bandiere arcobaleno, guerre e ONG.
Due Papi e due visioni diametralmente opposte sulla conduzione di Santa Madre Chiesa.
D’altronde fu lo stesso Ratzinger a specificare, in un incontro con i giornalisti prima delle sue dimissioni: “Certamente è lo Spirito Santo che elegge il Papa, e lo Spirito Santo solo occasionalmente sbaglia!”, confermando in maniera definitiva quanto già sappiamo sulla capacità di intuito, preveggenza, franchezza, ironia e intelligenza di quest’uomo.
Le sue dimissioni sono state un grande sollievo per giornalisti ed editori: non avrebbero dovuto più lavorare duramente per corrompere ogni parola del Papa prima della pubblicazione, o passare ogni momento di veglia ad armeggiare con la narrazione per garantire una coerenza della negatività.
La loro missione, oggi, sembra quella di rendere il mondo libero
per il desiderio umano, inteso nella sua forma più cruda, attraverso la costante insinuazione di ciò che Benedetto XVI, con una delle sue frasi cristalline, ha definito “falsi infiniti”. Tale precisione verbale rendeva non sorprendente il fatto che praticamente ogni sua parola dovesse essere distorta fino a renderla irriconoscibile prima di essere trasmessa dal mainstream.

Cosa che con Francesco, invece, riesce benissimo.
Discorsi, pubblici e privati, che si prestano a molteplici interpretazioni, ambigui e totalmente privi di radici con la Parola.
Forse per rafforzare la sua lotta contro il proselitismo che, dice, essere pagano: “Fare proselitismo è pagano e evangelizzare significa, invece, amare gli altri perché siano figli felici di Dio”.
Ma proselitismo non è forse sinonimo di missionarietà e missionarietà non è forse fare evangelizzazione?
Chissà cosa penserebbe di ciò San Francesco Saverio, gesuita, come Jorge Mario Bergoglio e missionario, che faceva del proselitismo, appunto, la sua missione.
San Francesco Saverio è universalmente considerato pioniere delle missioni dei tempi moderni, patrono dell’Oriente dal 1748, dell’Opera della Propagazione della Fede dal 1904, di tutte le missioni con santa Teresina di Gesù Bambino di Lisieux dal 1927. Il 15 agosto 1534 si consacrò fra i primi sette membri della Compagnia di Gesù, insieme a Sant’Ignazio Loyola, nella chiesetta di Santa Maria di Montmartre, dove fece voto di castità, di povertà, di obbedienza e di pellegrinare in Terra Santa o, in caso d’impossibilità, di andare a Roma per mettersi a disposizione del Papa. Giunsero a Venezia, ma non fu possibile salpare poiché era in corso la guerra fra veneziani e ottomani. Raggiunsero allora Roma e qui sant’Ignazio volle Francesco suo segretario.
In India, in un mese san Francesco Saverio giunse a battezzare 10.000 pescatori. Mentre era intento ad amministrare il sacramento, ricevette la triste notizia che 600 cristiani di Manaar avevano preferito lasciarsi uccidere piuttosto che tornare al paganesimo.
Con poche parole il Francesco gesuita di oggi sembra accantonare almeno tre secoli di vita cristiana.
E’ soprattutto questo che si rimprovera a Francesco, il mancato rispetto di duemila anni di storia e l’instaurazione di una Nuova Chiesa in un Nuovo Mondo plaudente.
Sembra essersi dimenticato che fu proprio lui, all’inizio del suo pontificato, a parlare più volte di un libro che molti giudicano messianico.
Il volume in questione è il capolavoro di Robert Hugh Benson “Il Padrone del Mondo”, scritto nel 1907, prima delle due ultime guerre mondiali, ma che ne racchiude tutte gli orrori e gli errori commessi successivamente, predicendo un mondo globalizzato e tecnologico che, rinnegando Dio e la trascendenza, in nome di umanitarismo, massoneria, filantropia ed eutanasia, porterà al preludio dell’inferno sulla terra.


Cosa rilevante è che “Il padrone del mondo” viene scritto nello stesso anno, il 1907, in cui Pio X pubblica l’enciclica Pascendi Dominici Gregis, che è l’enciclica che condanna il modernismo come “sintesi di tutte le eresie”. Il modernismo teologico nella Chiesa cattolica è quel movimento intellettuale a cavallo fra XIX e XX secolo che vuole conciliare scienza e cristianesimo, subordinando il cristianesimo alla scienza moderna. Detto in parole semplici: quando il cristianesimo contraddice la scienza moderna, le verità del cristianesimo cessano di essere verità e vanno interpretate come simboli.
Infatti nel romanzo sono descritte alcune abiure da parte di sacerdoti cattolici che sono ispirate al modernismo, cioè all’idea che non c’è una realtà soprannaturale, non c’è un ordine soprannaturale, ma tutto procede dal subconscio umano, e il cristianesimo è solo un modo ingenuo, pre-scientifico e pieno di contraddizioni di affermare alcune verità circa la natura umana.
Quindi umanitarismo, massoneria, filantropia ed eutanasia.
Se aggiungiamo la questione gender, sembrano tutti argomenti che calzano a pennello con i discorsi e le parole di Francesco.
Diversi personaggi del libro di Benson, Vescovi e Cardinali umanitaristi, sembrano ricalcare la figura di Bergoglio, e non certo positivamente.
Sicuramente non Silvestro III, il Papa del finale del libro che, nonostante i pochi scampati al bombardamento di Roma, e che rade al suolo anche il Vaticano, riesce a ricostituire la gerarchia ecclesiastica tenendo così in vita la fede cristiana a Nazareth.
L’umanitarismo di Bergoglio è soprattutto in riferimento ai movimenti migratori di questi ultimi decenni. Non passa giorno in cui non ci ricordi di essere accoglienti, e, sempre riferendosi alla questione migranti, di come non esista una invasione, come ha detto recentemente nella sua visita ufficiale a Marsiglia, strigliando gli interlocutori “Il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea” – “chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita”.
Il discorso del Papa è suggellato da una standing ovation finale della Sala, sottolinea Avvenire, il giornale dei Vescovi.
Sono questi continui applausi del mondo che turbano i fedeli, che invece rammentano le parole di Gesù che ammoniva: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia
Bergoglio sembra dimenticare anche le parole di Benedetto XVI che, sullo stesso argomento “migrazioni”, sottolineava come “nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”.
Ma il mondo plaude Bergoglio tanto quanto odiava Ratzinger: sarà un caso?
Io non so se l’abbandono delle chiese da parte di un gran numero di fedeli in questi ultimi anni sia dato da questi “svarioni” bergogliani che si susseguono, o la nomina di personaggi quali suor Alessandra Smerilli (FMA) a Consigliere di Stato della Città del Vaticano.
La suorina in questione fece notizia nel Natale 2020 quando, durante una trasmissione televisiva della quale era ospite, mentre auspicava il prolungamento del lockdown anche per le festività natalizie e di fine anno (di quel periodo ricordo ancora, con terrore, i cartelli con su scritto a caratteri cubitali “VIETATO INGINOCCHIARSI”, il gel al posto dell’Acqua Santa, il distanziamento sociale sulle panche, “scambiatevi uno sguardo di pace” e l’eucaristia obbligatoriamente data in mano, questa purtroppo rimasta in uso ancora oggi in molte chiese) proponeva di sostituire, a fine pandemia, la festa del Natale con una generica “Festa dell’incontro”
Così, senza imbarazzo alcuno, come i rivoluzionari francesi cambiarono i nomi ai mesi (brumaio, nevoso, ecc.), la dolce suorina chiedeva di cambiare il nome alla festa che ricorda la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo. Magari anche di sopprimerla. Nel discorso che fece non erano ben chiari i suoi auspici.
Sembra proprio che al “Papa” piacciano tanto questi personaggi, così tanto da doversene circondare ad ogni occasione: come Padre Martin, il prete pro LGBT, tra i relatori al meeting mondiale delle famiglie di Dublino, o come Padre Arturo Sosa Abascal, degno successore di Bergoglio quale preposto generare della Compagnia di Gesù, il quale dichiarava, candidamente, che “Ai tempi di Gesù non c’erano i registratori”, mettendo, quindi, in dubbio ogni parola riportata dai Vangeli e relativizzando lo stesso Cristo.


Che dire?
Era profetico Ratzinger che nel 1968, dopo essersi separato da altri teologi, tra cui Hans Küng e Karl Rahner, a causa delle loro interpretazioni pubbliche delle deliberazioni del Concilio, avvertiva che la Chiesa stava attraversando un’epoca simile alla Rivoluzione francese o all’Illuminismo: “una delle più grandi minacce alla Chiesa, ricordavacostantemente ai fedeli, è la pressione dell’opinione pubblica per un cristianesimo annacquato e pacificante. Penso che qui può assolutamente verificarsi una situazione in cui si deve resistere alla dittatura di questa apparente tolleranza, che elimina lo scandalo della fede dichiarandola intollerante”.
“Fede e ragione, insisteva, hanno bisogno l’una dell’altra per diventare veramente se stesse”. “Quando la fede non ha ragione, diventa fanatica, scardinata; ma la ragione senza fede perde le sue stesse radici, poiché la vera ragione è più della logica, o della dimostrabilità tecnocratica. “Senza fede”, scrisse in Verità e tolleranza, “la filosofia non può essere completa, ma la fede senza ragione non può essere umana”.
Papa Giovanni Paolo II era stato una figura altamente carismatica, il cui moralismo intransigente era in gran parte controbilanciato dalla sua immagine populista e dal suo viaggio globale.Sebbene la maggior parte del mainstream rifiutasse il suo messaggio, accolse con favore il suo populismo e celebrarono il suo carisma, abbracciandolo come una venerabile rock star, un po’ irascibile, la cui occasionale schiettezza poteva essere trascurata in virtù del suo successo al botteghino.
Papa Benedetto, tuttavia, ha offerto una proposta diversa. Luogotenente leale di lunga data di Papa Giovanni Paolo II, il fatto che fosse ampiamente considerato il teologo più brillante del suo tempo lo sminuì e i giornalisti lo consideravano il peggiore di tutti i possibili Papi: tradizionalista, reticente, pacato, dedito a frasi lunghe e complesse e che rifiutava completamente la visione del mondo corrente.
Ma ciò che emerge di lui oggi è, invece, un intelletto sopraffino inserito in un’umanità veramente alta.
Del gesuita argentino Jorge Bergoglio, sedicente “vescovo di Roma”, il mainstream ha invece trasmessa l’impressione che fosse più “umile”, cioè più cristiano, del suo predecessore.
Il messaggio che doveva passare era quello che il nuovo papa, avrebbe aperto le porte della Chiesa per invitare tutti coloro che la Chiesa aveva escluso fino ad allora.
Eppure, per chi ne conosceva la sua biografia, era stato in guerra con i politici della sua nativa Argentina per la loro determinazione a liberalizzare le leggi che prevedevano l’aborto e il matrimonio gay.
Per ragioni ideologiche e di vantaggio commerciale, i media chiedevano al Papa un “cristianesimo annacquato e pacificante”, proprio ciò da cui Papa Benedetto aveva messo in guardia.
È innegabile che Bergoglio abbia permesso che se stesso e la sua occupazione del trono di Pietro diventassero strumenti di entrambe le fazioni.


Cosa ne sarà, quindi, della Chiesa?
Oltre al testo messianico di Benson e alle parole di Ratzinger, vi è più di una profezia a riguardo. Ad esempio quella della Beata Anna Caterina Emmerich, cui si devono molte profezie sul futuro della Chiesa, ma una in particolare pare collimare con precisione alla situazione attuale.
Le innumerevoli visioni mistiche della Beata, riguardano soprattutto la vita di Maria e quella di Gesù, e hanno ispirato il film campioni di incassi di Mel Gibson “The Passion”, che fece esclamare a Giovanni Paolo II, dopo la visione privata “Così è stato”.
Ma alcune di esse riguardano proprio il futuro della Chiesa, un’epoca in cui la Chiesa avrebbe avuto due Papi, un periodo che avrebbe portato a un successivo momento di grande confusione nella Chiesa e all’insorgere di una Falsa Chiesa che si sarebbe instaurata a Roma e avrebbe cercato di sostituire la Chiesa Ufficiale.
Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo”.
Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta [la massoneria], mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo… Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo”.
Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo…”.(12 settembre 1820)
Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Vidi anche degli ebrei che si trovavano sotto il portico della chiesa. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza”. (27 settembre 1820)
Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione [difatti ora sono tantissimi i cattolici che diventano protestanti o che si lasciano influenzare dalle sette evangeliche, compresi molti sacerdoti]. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre”. (1820).
Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti”. (22 aprile 1823).


Sinceramente non so se Papa Francesco sia veramente Papa, o se a lui stesso non interessi nulla della carica che ricopre, certo è che è un Papa “diverso” da quelli che abbiamo imparato a conoscere, almeno dal Concilio Vaticano II ad oggi.
Da quel “Buona sera” detto dal loggione di San Pietro quella sera di dieci anni fa, ai recenti incontri, in udienza privata, con Bill Clinton e Alex Soros, il giovane ed estremista rampollo che ha ereditato l’impero della Open Society Foundations, alla recentissima visita alla camera ardente di Giorgio Napolitano avvenuta senza nemmeno un segno della croce, il pontificato di Francesco è stato un susseguirsi di parole e gesti eclatanti, oserei dire scandalosi se non fosse per il rispetto che porto, da credente alla figura del Successore di Pietro.
E’ cosa risaputa da tutti che la Open Society di Soros è la maggiore sostenitrice, con importanti contributi finanziari, della legalizzazione dell’aborto in paesi tradizionalmente cattolici come l’Irlanda, la Polonia e il Messico e sostiene da sempre gli sforzi negli Stati Uniti. Le amministrazioni Clinton, Obama e Biden hanno promosso l’aborto e l’ideologia Lgbtq non solo negli Usa, ma nel mondo intero. Cosa vorrà mai dire il commento al termine dell’incontro “Aborto a parte, Clinton e Papa condividono i valori”? Il Santo Padre, ricorda Vatican News, “ha sottolineato la necessità di non lasciare indietro nessuno, soprattutto i bambini vulnerabili… si è lamentato della ‘globalizzazione dell’indifferenza’… ha poi ringraziato l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton per aver riconosciuto questioni urgenti come il cambiamento climatico, le crisi umanitarie e la minaccia della guerra”.
Avrà ricordato all’ex presidente USA che l’aborto, per la Chiesa Cattolica, come scelta volontaria dell’uomo volta a impedire lo sviluppo della vita, equivale ad un omicidio ed è considerato peccato mortale? Oppure, per non turbare la laicità altrui, avrà omesso tali richiami come fatto nella camera ardente di Napolitano col segno della croce?
E’ triste e sconfortante, per un credente, vedere il proprio Papa venire meno alla propria missione.
Proprio l’esatto contrario di Giovanni Paolo II, la cui immagine sofferente, sorretto dalla croce di Cristo, è impressa nei cuori di ogni cristiano, anche non cattolico.
Un Papa che, invece di gridare il proprio credo dai tetti, si nasconde per un non meglio precisato rispetto della laicità e dell’ateismo altrui.
E il mondo continua ad applaudire


Che nessuno vi inganni in alcun modo, perché il giorno del Signore non verrà se prima non venga l’apostasia… e sia rivelato l’uomo del peccato… così che sieda nel tempio di Dio proclamandosi come Dio (San Paolo)



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