L’ideologia malthusiana che distrusse Roma
L’ideologia malthusiana che distrusse Roma

L’ideologia malthusiana che distrusse Roma

In concomitanza con le recenti critiche dei fronti globalisti contro l’idea del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida di fermare la “sostituzione etnica” al quale stiamo assistendo in Italia ed Europa, ci teniamo a raccontare un aneddoto che, dal sembrare un piccolo particolare, è stata una delle cause che ha portato l’impero romano al collasso.



18 aprile 2023, il già citato ministro Lollobrigida dichiara «No alla sostituzione etnica, dobbiamo pensare all’Italia di dopodomani incentivando le nascite». Una dichiarazione solitamente sensata che però ha fatto infuriare i partiti ed i fronti globalisti (in particolar modo di sinistra), dove se la stessa Shlein lo ha accusato di suprematismo (in pieno stile democratico americano a mio dire), il giornale “la Repubblica” ha perfino osato tanto mettendo in prima pagina la scritta “la difesa della razza”. Questo subdolo stratagemma mediatico che vuole paragonare la dichiarazione del ministro con il periodo delle leggi razziali giunte tra il 1938 ed il 1939, non fa altro che riportarci alla memoria un altro avvenimento storico; quando l’antica Roma, potente capostipite della cultura europea, iniziò a deteriorarsi dall’interno.

Tra il 264 ed il 146 a.C. La repubblica romana dovette scontrarsi contro un nemico davvero audace quale fu Cartagine. In tre guerre, le famose guerre puniche, Roma riuscì a superare la forza nemica e, salvo l’immortale battaglia di Canne ad opera del cartaginese Annibale, portò sotto il comando di Scipione l’Africano le frontiere del futuro impero in Sicilia ed in nord Africa. Per di più nello stesso periodo il dio della guerra arrise ai romani anche nel fronte ellenico, vedendo lo stendardo di Roma sventolare sulle scontrose città greche come Atene.

Un’espansione militare così importante da portare non soltanto glorie allo stato, al senato e ai propri generali, ma anche quelle agiatezze alle quali i romani non erano ancora abituati; le terme cartaginesi e la filosofia greca sono solo alcuni di quelle novità che giunte ad un popolo molto attaccato alle proprie usanze e vincolato ai legami familiari causò una trasformazione radicale.

Col passare dei secoli Roma divenne sempre più grande, ma al tempo stesso le agiatezze alle quali si stava abituando resero il popolo e la stessa classe aristocratica sempre più blanda e oziosa, permettendo quindi a tali famiglie, inizialmente le radici delle antiche usanze romane, di deteriorare il sistema sociale. Ed una delle cause che estinse definitivamente la loro forza fu il metodo “Malthusiano”, ovvero la cessazione di procreare figli.

Il mondo secondo Malthus

Ne abbiamo già parlato approfonditamente in questo video, ma in parole povere Thomas Malthus (1766 – 1834), economista e pastore protestante inglese, ideò la dubbia teoria a cui ha consegnato il suo nome. Il suo ragionamento prevede che un eccessivo aumento della popolazione globale vada ad infierire su una crisi alimentare che andrebbe a peggiorare, mentre invece la risolverebbe diminuendo la popolazione. Nonostante nel video abbiamo specificato che la teoria è distopica e ricolma di incongruenze, ma nonostante ciò è acclamata da personaggi influenti del mondo globalizzato, a quanto pare i romani dimostrarono già secoli prima dell’insuccesso che causa una decisione del genere.

Roma, i cui stessi cittadini disimpararono persino a combattere, lasciarono la difesa dei confini a truppe straniere o persino barbare che non furono all’altezza quando dovettero affrontare le orde che diedero il colpo di grazia all’impero d’Occidente. Persino l’ultimo vero difensore degno di tale nome, Stilicone, non era nemmeno romano ma nonostante la sua strenua caparbietà venne eliminato dagli stessi che egli proteggeva, figli di una generazione ipocrita e totalmente differente dai romani d’un tempo.

Alcuni imperatori come lo stesso Cesare e poco dopo Augusto tentarono di risollevare l’antica ideologia conservatrice romana tra le popolazioni rurali, ancora salde alle antiche usanze. Ma se tale opzione non fece altro che rallentare l’inevitabile, nelle grandi città dell’impero le antiche famiglie patrizie cedettero sempre più alla mancanza di voglia di crescere figli, accelerandone l’estinzione in aggiunta a perdite di importanti esponenti in battaglie e congiure.

Nonostante l’antica Roma anticipò l’inefficienza ti tale teoria molto secoli prima, come sempre le nuove generazioni peccano nel solito cliché, ovvero non guardare il passato per costruire il futuro.

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