Ed eccoci giunti ad un nuovo 2 giugno. Ricorrenza che viene ricordata come una scusa per starcene a casa e non per il significato politico intrinseco ad essa, seppur di dubbia morale. Una morale che va a braccetto con lo stesso 25 aprile, ovvero l’unica ricorrenza al mondo in cui si acclama una sconfitta militare, osannando ipocritamente un invasione come una “liberazione” che diede il via alla nascita di un nuovo paese. Un paese che ha perso da quel fatidico giorno sovranità, industria, cultura, amor proprio, sanità e diritto di proprietà. Ma ehi, viva i partigiani e la nascita di una nuova politica fatta di voltagabbana al vecchio sistema e di arrampicatori sociali.
Ogni anno la stessa storia: su quel banchetto in via dei fori imperiali salgono figure politiche d’ogni sorta. Ora quelli che vengono ritenuti fascisti dal giornalismo pagliaccio, che però di fascismo non hanno nulla visto che, seppur anni fa la loro leader criticava l’espansione NATO ai danni della Russia, ora osannano i comandi atlantisti ed inviano armi agli ucraini a discapito della situazione sociale in cui grava il nostro popolo.
Prima invece la sinistra, che come abbiamo spiegato nel video “come ti cancello la patria” almeno hanno avuto da sempre la faccia tosta di osannare la propaganda WOKE e la sottomissione all’ingerenza americana e non. Una sinistra che anch’egli ha dato priorità alle faccende straniere piuttosto che alle necessità di chi deve campare alla bene e meglio con stipendi da fame.
I soldati che marciano dinnanzi a qual palchetto, equipaggiati con uniformi sterili e numericamente inferiori rispetto ad altri tempi o alle stesse pompose parate di nazioni alleate, sono soltanto l’ombra della gloria che quei reparti furono. I granatieri di Sardegna che vissero le sconfitte e le vittorie delle nostre guerre d’indipendenza. I bersaglieri che quel fatidico 20 settembre 1871 sfondarono a porta Pia per riportare Roma come capitale. Gli alpini che fronteggiarono tra le vette dolomitiche l’antico nemico in nome degli irredenti. Lo folgore, che per proteggere la ritirata Italo tedesca in nord Africa sfoggiarono la loro tenacia con armamenti che seppur caserecci rallentarono la numerosa armata britannica. Di loro per ora rimangono solo gli stemmi e la fioca memoria.
E nel mentre chi si presenta in abiti civili alla parata, mentre sventolano quelle piccole tricolore con quel sorriso stampato in faccia, verrebbe da chiedergli; ma per cosa festeggiate?
Festeggiate per la giustizia e la sicurezza delle nostre strade? Dove “web star rom” si divertono a vantarsi pubblicamente dei loro scippi tra le metro di Milano senza essere minimamente toccate. Dove eventi tragici come Bibbiano, dove allo psicoterapeuta Claudio Foti, in combutta col sindaco PD , si speculava sugli affidi strappando figli da genitori che non avevano fatto nulla di male. E nessuno ha ancora pagato per questo.
Festeggiate il Made in Italy? Dove si vende la maggioranza della propria compagnia aerea nazionale ai tedeschi e dove le piccole e medie industrie, se da un lato arrancano per via delle improponibili tasse, dall’altro non possono aumentare la propria forza lavoro per lo stesso identico motivo. E al tempo stesso gli operai non riescono nemmeno a trovarsi nelle proprie tasche adeguati stipendi, ottenendo un misero aumento del 0,03% negli ultimi trent’anni. Ed eravamo proprio noi a vantare industrie come la Olivetti e la Crespi, forze imprenditoriali che davano peso soprattutto al lato umano dei propri dipendenti ed in cambio ricevevano una produzione incredibile da far gola al mercato internazionale. Realtà divenute fabbricati abbandonati e nulla più.
Festeggiate l’aiuto europeo che ci ha salvati dalla catastrofe economica? Una catastrofe economica iniziata proprio dopo quella fatidica annessione che ha portato l’Italia, da potenza economica a succursale di industrie e lobby straniere. E se da un lato dobbiamo sottostare alle leggi che giungono da Bruxelles, ignorando le vere necessità del paese, dall’altro tutto ciò che era nazionale diviene globalizzato e perduto.
Oppure festeggiate per la lotta all’inquinamento, dove i paladini di Ultima Generazione bloccano il traffico ed imbrattano il nostro patrimonio culturale in nome dell’eco sostenibilità. Atti che non solo causano ingorghi e restauri che ne fanno eccome di Co2, ma che vanno soprattutto ad infastidire una nazione che a livello mondiale inquina solo l’uno percento. Ed è giusto ricordare che mentre nel nostro paese vengono lasciati fare come se fossero padroni di casa, in Germania sono sotto indagine per associazione a delinquere e le sbarre di una cella le vedono eccome.
Ma insomma; ma cosa diavolo vi festeggiate? Vantate di essere nel paese più bello del mondo ma non conoscete nemmeno un quarto della sua millenaria storia. Inneggiate alla giustizia ma vi indignate quando le forze dell’ordine malmenano delinquenti che non fanno altro che danni. Difendete a parole la libertà ma ancora fate distinzioni tra morti rossi e morti neri in una guerra civile commessa ottant’anni fa, cercando di nascondere le perdite dello sconfitto in nome della lotta al revisionismo storico. Svegliatevi, anche perché negli Stati Uniti (guerra di secessione americana) ed in Giappone (guerra Boshin) i caduti della parte sconfitta li commemorano tutt’ora.
Ma insomma volete fare davvero qualcosa di concreto o no? Mentre le vostre lamentele sui social continuano ad essere quello che sono, ovvero lettere sparse nel vento, i veri problemi non vengono risolto. Beffeggiate i nostri vicini francesi, che seppur ne hanno di difetti hanno la decenza di combattere in piazza e far tremare le colonne portanti del loro governo. Cosa che voi di certo non siete capaci di fare.
Poi a molti basta una mera partita di calcio per dimenticare tutti i veri problemi, lasciando sempre più campo libero a politici che se ne fregano di voi e dei vostri figli. Datevi una scrollata e guardatevi nello specchio; se guardate bene vedrete il riflesso di una persona svuotata dei propri principi e schiava della pigrizia.
Se ci tenete al vostro futuro smettetela di sputare sentenze vuote ed agire uniti. Iniziate a capire la politica. Leggete la storia del vostro paese. Incutere timore a chi vi ritiene miseri servi e riprendetevi in mano il vostro futuro. Nel mentre ci lascio con un lascito di “V per vendetta”, un’opera che seppur una semplice Graphic Novel, ha di certo più amor proprio e coraggio di tanti italiani messi insieme.
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