Lampedusa, nota per le sue acque cristalline e paesaggi mozzafiato, è diventata involontariamente il palcoscenico di una crisi umanitaria che ha colpito profondamente l’Italia. Negli ultimi anni, il numero di immigrati che sbarcano sulle sue coste ha superato ogni previsione, creando sfide crescenti per il paese. Mentre il governo guidato da Giorgia Meloni è stato criticato per la sua gestione di questa emergenza, è importante riflettere sul ruolo della Marina Militare Italiana in questo contesto e sul suo glorioso passato.
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Le promesse elettorali di un governo più efficace nella gestione dell’immigrazione sembrano non essere state mantenute. Alcuni accusano il governo di seguire ciecamente il diktat dell’Unione Europea, senza prendere in considerazione la situazione unica che Lampedusa affronta. In mezzo a questa discussione, alcune voci hanno osato criticare la Marina Militare Italiana, sostenendo che, dato l’attuale flusso migratorio, non ci sarebbe nemmeno più bisogno di una tale arma. Tuttavia, questa affermazione trascura il ruolo storico e il valore della marina per l’Italia.
La Marina Militare Italiana è un vanto del nostro paese fin dalla sua nascita, quando contribuì all’unità d’Italia e tutte le flotte degli ex stati pre unitari vennero uniti in quella sabauda. Durante le guerre Mondiali, per di più, dimostrò il suo valore in numerosi scontri navali.
Nella Prima Guerra Mondiale, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel guidò la flotta italiana alla vittoria nella Battaglia di Durazzo nel 1918, contribuendo in modo significativo alla sconfitta dell’Impero Austro-Ungarico. E non dimentichiamoci dell’impresa di Premuda, quando Luigi Rizzo affrontò ed affondò con un MAS la Santo Stefano, ammiraglia della flotta asburgica.
Nella Seconda Guerra Mondiale, la Marina Militare Italiana ha continuato a mostrare la sua determinazione, come nella famosa “Operazione C3”, nella quale il sommergibile italiano Leonardo da Vinci danneggiò gravemente la portaerei britannica HMS Illustrious. O le molteplici missione subacquee in cui i sommozzatori portarono eroiche vittorie ad Alessandria e Gibilterra, sfruttando i temibili SLC.
Ma se vogliamo fare un altro esempio più recente, dimostrando quanto molti millantatori sbaglino nel definirci razzisti, avvenne nell’estate del 1979 la famosa “operazione Vietnam”, quando tre navi della Marina italiana si diressero nel Golfo di Siam per soccorrere i vietnamiti in fuga dal regime comunista di Hanoi.
Questi sono solo alcuni esempi delle molte imprese valorose compiute dalla Marina Militare Italiana nel corso della sua storia, alcune delle quali raccontate in molti dei nostri documentari storici. È un errore attribuire le attuali sfide dell’immigrazione ai nostri marinai, che hanno sempre difeso il nostro paese con onore. In questo momento di crisi, è importante ricordare che la marina è un elemento chiave nella sicurezza e nella difesa del paese. Invece di criticarla, dovremmo concentrare le nostre critiche su un governo che anziché zittire le proprie ideologie per compiacere Bruxelles e chiedere a quest’ultima aiuti che non arrivano, dovrebbe finalmente risolversi i problemi da se e dimostrare la propria sovranità.
L’Italia può affrontare le sfide dell’immigrazione e, allo stesso tempo, onorare la sua storia marittima e il contributo inestimabile della Marina Militare Italiana. Dobbiamo solo trovare qualcuno che finalmente si distacchi da diktat estranei ed incominci a lavorare seriamente per risollevare i veri problemi del paese.
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