Sono finite le brioches
Sono finite le brioches

Sono finite le brioches

Tutti i governi del mondo civilizzato sanno che il cibo non deve essere troppo costoso. Se le persone scoprissero che non possono più permettersi di mangiare,  tutto potrebbe trasformarsi in un’apocalisse, superiore a quella nucleare. 
Ma, fermatevi un attimo e ragionate.
Qual’e’ il motivo per cui una scatola di fagioli, standard, costa in media 1,50€?
OK, il prezzo e’ giusto.




Solo che, se ci pensi un attimo, non è affatto giusto: perché, in nome di Dio e di tutto ciò che è sacro, un supermercato qualsiasi dovrebbe venderti 415 g di cibo per così poco?
Dentro la scatola abbiamo la salsa, gli estratti di erbe, il sale, l’olilio e l’aceto. E poi ci vuole la latta e l’etichettatura.
Inoltre c’e’ bisogno di tanti  camion necessari per portare gli ingredienti allo stabilimento e
ai centri di distribuzione, oltre al profitto di cui avranno bisogno i rivenditori, i distributori e i coltivatori di fagioli.
Quindi: quanto di 1,50€ supponi sia rimasto per pagare l’agricoltore che ha coltivato i 465 fagioli che trovi in ogni scatola?
E questo ragionamento vale non solo per i fagioli.
Pensate a quando andate ad un McDonald’s: oltre a quello gia’ detto, ci sono gli stipendi per il personale, il riscaldamento e l’illuminazione e un impero logistico più grande di quello della marina americana.
Quanti di quei 4 euro che fanno pagare per un Big Mac vanno agli agricoltori che allevano le mucche, coltivano le patate, macinano la farina, producono i pomodori e qualunque cosa mettano in quella salsa “deliziosa”?
Risposta: pochi centesimi, 1 o 2 al massimo.
Questo è il motivo per cui, storicamente, i governi del mondo civilizzato hanno concesso sussidi agli agricoltori, carburante a prezzi ridotti e così via. 
Era una compensazione per il fatto che le persone semplicemente non volevano pagare un costo per coltivare il cibo.



Ora, però, è arrivato il movimento “Green”, WEF e OMS su tutti, che ha annunciato al mondo intero che produrre cibo, allevare e coltivare, è dannoso per l’atmosfera, e che dobbiamo tutti fermarci. E poiché i politici moderni sono diventati tutti schiavi di idioti gruppi di pressione, soprattutto di sinistra, hanno annuito, hanno detto OK e hanno deciso di tagliare all’osso i sussidi all’agricoltura. 
Anzi, hanno fatto ancora di più, proponendo eventuali sussidi in cambio allo stop a qualsiasi produzione.
Ciò significa che tutti gli agricoltori europei sono fregati. Non possono guadagnare nulla che si avvicini ad un salario dignitoso senza l’aiuto del governo, e non possono aumentare i prezzi perché il sistema dei supermercati non lo consente.

Ci si aspettava che i francesi fossero i primi a uscire dai blocchi con una sorta di protesta.  Invece furono i belgi.  Purtroppo, però, non erano molto bravi a cantare, quindi nessuno se ne accorse e il testimone passò agli olandesi. 
Dopo che furono loro imposte nuove leggi folli sulla CO2, scesero in strada con i loro trattori e provocarono il caos più assoluto.  Sembrava che avessero il pubblico dalla loro parte, perché, nelle elezioni dello scorso anno, un partito pro-contadini convocato frettolosamente ha vinto una fetta molto più grande della torta elettorale rispetto al primo ministro.

Oggi il movimento di protesta si è diffuso oltre il confine con la Germania, i cui agricoltori sembrano in gran forma. 
Irritati dalle proposte del governo di fargli pagare il diesel come chiunque altro, sono saliti sui loro mezzi agricoli e hanno messo in ginocchio il Paese.  Sventolando striscioni con la scritta “Niente birra senza agricoltori” hanno bloccato Berlino in modo ancora più efficace di quanto abbiano fatto i russi nel ‘45, e negli stati rurali del nord ogni singola rampa di accesso e uscita dall’autostrada è stata bloccata dai trattori.  Migliaia di tonnellate di letame vengono liberamente scaricate nei centri urbani da Wank, nel sud, fino al confine danese.

Temendo di subire la stessa umiliazione degli olandesi, il governo ha leggermente fatto marcia indietro sulle sue proposte, ma gli agricoltori non ne hanno voluto sapere. 

Dagli altri Paesi europei, silenzio di tomba.
I governi e i media tacciono nella speranza che i contadini italiani, spagnoli e portoghesi, restino quieti nelle loro cascine.
Quelli greci sono stati zittiti e immobilizzati ormai da tempo.



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